Oggi come da piano editoriale sarebbe dovuto uscire un articolo dedicato ai matrimoni e dopo aver affrontato il rito cattolico e quello ortodosso avrei voluto pubblicare un articolo dedicato al matrimonio con rito protestante. Tuttavia data l’insolita situazione nazionale creatasi a causa dell’epidemia del così detto Coronavirus, il COVID -19. Ho ritenuto opportuno non fingere che tutto vada come al solito perché non è così.
Le scuole sono chiuse in tutto il territorio nazionale, le Arcidiocesi decretano la sospensione delle cerimonie e dei funerali ed in genere delle celebrazioni liturgiche, le attività pastorali sono sospese e su tutto il territorio nazionale chiudono anche cinema, teatri, pub e discoteche.
Purtroppo si tratta di una situazione senza precedenti e se da una parte è fondamentale che ognuno faccia il suo seguendo le indicazioni che ci sono state date, dall’altra ritroviamo incertezza e paura con attività commerciali completamente vuote in alcuni casi chiuse.
Anche “Le rose di zucchero filato – wedding & events” hanno risentito di questa epidemia da coronavirus la data del corso wedding & planning in programmazione 7 marzo è stata rinviata a fino a quando non cesserà l’emergenza Nazionale e rinviati tutti gli eventi in programmazione questo mese.
Cosa possiamo fare concretamente per migliorare questo momento? Domandandone!
L’unico modo per uscirne è seguire le indicazioni del governo e delle regioni che piacciano o meno. Infondo ci chiedono di sacrificarci qualche giorno.
Purtroppo come evidenziano i fatti di sabato sera alla stazione di Milano o i centinaia di post sui social che narrano come si è stata trascorsa domenica 8 marzo al mare o a sciare, i più non hanno ben compreso la complessità della situazione.
IL COVID-19 è un virus che si caratterizza per l’elevata trasmissione. Infatti sembra, dati statistici alla mano, che ogni contagiato ne infetti almeno 2. Anche se non è possibile poi prevedere effettivamente l’andamento di quest’epidemia da COVID-19 a causa dell’impossibilità di poter avere sotto controllo la rete sociale di ciascuno di noi e i nostri spostamenti.
Inoltre come noto i dati mondiali in possesso evidenziano che il coronavirus può essere letale se contratto da anziani o soggetti che hanno patologie come il diabete o problemi cardiovascolari importanti. Quanto ai bambini è altrettanto noto come essi fungano da veicolo per virus e batteri in genere e in questa emergenza da coronavirus possono fungere da amplificatori della malattia e per questa ragione i medici raccomandano da giorni che non è opportuno lasciarli con i loro nonni o farli raggruppare in ludoteche o in gruppi studio. Infatti, questa non si tratta questa di una vacanza, ma di un’emergenza, l’emergenza da COVID-19.
I recenti fatti di cronaca evidenziano mancanza di senso civico in questa situazione particolare che non ha precedenti nell’era del digitale perchè il vero problema è che se si riempiono i posti letti già limitati delle terapie intensive e sub intensive degli ospedali il sistema sanitario collassa e ci mette difronte a una durissima scelta, ovvero quella di chi far vivere e chi invece far morire. Questo è il vero dramma! infatti i posti letti delle terapie intensive non servono solo per i malati di coronavirus, ma anche a chi per esempio ha un infarto o è vittima di un incidente stradale o partorendo qualcosa è andato storto.
La nostra società ha il dovere giuridico e morale di assistere tutti i soggetti più deboli. Sebbene il decreto ministeriale emanato nella notte tra sabato 7 e domenica 8 marzo abbia evidenziato solo alcune zone rosse, l’emergenza da COVID-19 è collettiva in quanto non è possibile circoscrivere un virus che può essere portato ovunque. Spero che l’intelligenza sociale sia parte di tutti noi e che la problematica situazione abbia presto un riscontro positivo.