1. L’abito da sposa e l’alta moda
L’idea di scrivere questo articolo è nata ieri pomeriggio quando, per una consulenza, ho accompagnato una sposa, per la seconda prova del suo abito abito nuziale, presso un atelier sartoriale che confeziona abiti da sposa. Con lei la cugina che mi ha tempestato di domande prima fra tutte quale fosse la differenza tra un atelier sartoriale ed i comuni ateliers che rivendono i più importanti brand di abiti da sposa.
Molti non lo sanno, ma la parola atelier di abiti da sposa da tempo è usata impropriamente per indicare un negozio di rivendita di abiti da sposa di prêt à porter quando invece in origine indicava esclusivamente un laboratorio sartoriale di alta moda. Ricordiamolo, perché non è sempre chiaro, che un abito da sposa è, o per lo meno dovrebbe esserlo, un abito di alta moda.
Quando pensiamo all’alta moda la nostra immaginazione va inevitabilmente a Parigi che è la regina tra le capitali mondiali dell’alta moda o haute couture, come la chiamano i Francesi.
Non potrebbe essere diversamente visto che l’alta moda ha antiche tradizioni e si ritiene che sia nata alla corte dell’Imperatore Napoleone III nel 1858 per merito del primo stilista della storia, l’inglese Charles Frederick Worth, famoso per aver creato abiti elegantissimi per la moglie del sovrano, Eugenia de Montijo.
In seguito nel Novecento si formarono gli ateliers di sartoria, botteghe nelle quali gli stilisti esponevano i loro abiti vestendo dei manichini simili a bambole.
Paul Poiret, Coco Chanel , Christian Dior, Yves Saint-Laurent sono stati i primi stilisti a organizzare vere e proprie sfilate di moda nel loro ateliers prima della diffusione del pret à porter.
2. Il prêt à porter e gli abiti da sposa
Dagli anni Quaranta del Novecento le industrie tessili hanno iniziato a creare abiti non più su misura, ma di taglie standardizzate in modo che più persone potessero permettersi un capo firmato a un prezzo inferiore rispetto a quello degli ateliers di sartoria.
Si diffuse cosi il cosiddetto “prêt à porter”, proveniente dagli Stati Uniti e che tradotto significa pronto da indossare.
3. Le case di moda e le sfilate
Ai giorni nostri si sono diffuse le maisons (ovvero le case di moda). Si tratta di grandi aziende che portano il nome del loro fondatore e che si occupano di tutto il processo di produzione di un abito e della realizzazione degli accessori legati alla moda. Quelle francesi sono le più conosciute al mondo, seguite da quelle italiane,
Gli abiti creati nelle maisons sono quasi esclusivamente modelli di prêt à porter, che i clienti più facoltosi possono acquistare negli eleganti negozi sparsi nelle città di tutto il mondo.
Una piccola parte della produzione, invece, viene mostrata nei famosi défilé di moda, ricche e sofisticate sfilate dove vengono mostrate le creazioni più fantasiose e più costose realizzate nella maison.
Un abito da sfilata, che viene chiamato haute couture, necessita di una lavorazione di circa 800 ore ed è ricamato interamente a mano da sarti e sarte altamente qualificate. Molti di questi abiti rimangono invenduti, molti altri sono acquistati da pochi clienti milionari.
4. Mason: alcune regole da rispettare
Per essere considerata tale, una maison francese di haute couture deve creare abiti personalizzati, deve possedere un atelier nella città di Parigi, avere almeno venti dipendenti ed è obbligata a presentare due collezioni all’anno sulle passerelle della capitale.
5. Gli abiti da sposa e i brand più famosi
Oggi le spose raramente si rivolgono a un atelier di tipo sartoriale per realizzare il loro abito da sposa. Le ragioni sono molteplici, prima fra tutte la massiccia diffusione nel settore di abiti da sposa del prêt à porter e le efficienti campagne pubblicitarie di brand come Pronovias o Nicole (solo per citarne due tra i più gettonati del momento), ma anche del nascente Atelier Emme o Sposa Moda Milano. La scomparsa di sartorie specializzate in abiti da sposa è principalmente causata dagli elevati costi di gestione dell’attività ed in secondo luogo il preconcetto che un abito da sposa sartoriale sia molto più costoso rispetto a un abito da sposa di prêt à porter.
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Daniela Bucchioni
wedding planner & designer, wedding blogger