Molte coppie scelgono di celebrare il loro matrimonio in chiesa: un po’ per tradizione, un po’ per rendere la cerimonia più bella o perché si crede nel matrimonio come un’unione d’amore tra uomo e donna, come voluto da Dio.
Il presupposto fondamentale per sposarsi in chiesa dovrebbe essere una profonda fede: infatti i credenti dovrebbero vedere nel sacramento del matrimonio un dono del Signore per permettere a ciascun uomo di esprimere la propria potenzialità d’amare il compagno/a ed i futuri figli.
Per sposarsi in chiesa quindi occorrerebbe essere almeno credenti, meglio se praticanti.
Ma come si svolge il matrimonio in chiesa? vediamolo insieme.
Matrimonio in chiesa: l’entrata
E’ consuetudine che lo sposo preceda la sposa in chiesa, dove gli invitati ed i parenti inizieranno già a prendere posto, di un quarto d’ora circa. Lo sposo entra offrendo il braccio sinistro alla madre, senza musica o con un piccolo sottofondo molto soffuso, ed inizia a salutare i presenti mentre cammina fino a raggiungere l’altare occupando il posto di destra stabilito: qui si potranno fare alcune foto ed ancora salutare i presenti.
Arriva la sposa e parte il corteo nuziale: tutti si alzano in piedi ed inizia l’inno solenne oppure un canto. Fermo restando che di solito ai paggetti si danno le fedi, mentre alle damigelle i fiori, ecco la successione:
il paggetto che porta gli anelli apre il corteo nuziale, accompagnato da una damigella che sparge petali (la flower girl) o porta un bouquet simile a quello della sposa. Possono seguire altri paggetti, mentre la sposa inizia ad incamminarsi lungo la navata centrale, appoggiandosi al braccio sinistro del padre; seguita poi immediatamente dalle damigelle d’onore, dalle damigelle ed altri eventuali paggetti. Segue il padre dello sposo con la madre della sposa, un testimone della sposa con una parente dello sposo ed eventualmente altri invitati e coppie assortite secondo l’età, il “riguardo”, ecc…
Matrimonio in chiesa: la cerimonia
A questo punto tutti dovrebbero essere seduti nei loro posti secondo questa disposizione dettata dall’etichetta (infatti la famiglia e gli invitati della sposa non devono mischiarsi con quelli dello sposo).
La musica termina ed inizia la celebrazione della messa.
Durante la cerimonia possono esserci momenti musicali o di canto. Ci si può affidare a diverse tipologie di suonatori. Chiunque si scelga, però, non deve essere un dilettante, ma una persona che abbia una certa esperienza nel settore o che comunque sia dotato di una buona tecnica.
In chiesa, solitamente, ci si affida ad un professionista oppure ad un musicista messo a disposizione direttamente dalla parrocchia, tipicamente un parrocchiano o un sacerdote. Specie nelle chiese antiche che hanno grandi organi sarebbe bello poterli suonare invece di lasciarli solamente come decorazione.
C’è la possibilità pure di usufruire del coro parrocchiale: una scelta spesso felice e di sicuro effetto, dato che chi ne fa parte, pur non essendo diplomato al conservatorio, ne mastica di musica.
Vediamo quali strumenti sono i più idonei in chiesa.
Ovviamente il re delle chiese è l’organo: solitamente di facile reperibilità, non si dovrebbe avere difficoltà a trovare un buon suonatore (ricordare che non basta mettere un pianista all’organo, per ottenere il miglior risultato).
Una soluzione di sicuro effetto è anche il violino: uno strumento che per sua natura ha la capacità di commuovere.
Più rara, ma decisamente di grande intensità, l’arpa, con quel suono così delicato, particolarmente adatto all’occasione.
Per i più sofisticati, per quanti sognano un matrimonio in grande stile, infine, il suggerimento è quello di affidarsi alle combinazioni di archi e fiati: il duo (violino e violoncello), i trii (due violini e un violoncello o violino, violoncello, flauto) o addirittura il quartetto (due violini, una viola e un violoncello), una raffinatezza che colpisce non solo l’udito, ma anche la vista.
Secondo il rito cattolico sono gli sposi ad essere Ministri nel Sacramento del Matrimonio: gli sposi sono, cioè, coinvolti in prima persona nell’azione rituale.
Ciò si attua, nel corso della preparazione al rito, con la scelta da parte loro delle letture della Sacra Scrittura, che saranno commentate nell’omelia e con la scelta della forma con cui esprimere il consenso, i formulari per la benedizione degli anelli, per la benedizione nuziale, per le intenzioni della preghiera universale (ossia dei fedeli) ed i canti.
Quindi si ha:
- prima lettura, scelta liberamente dagli sposi, con l’aiuto del celebrante ed è tratta dall’Antico testamento. Alcuni brani sono indicati dalla chiesa come più adatti per la celebrazione del matrimonio, quindi è opportuno informarsi tempestivamente dal sacerdote o dal diacono per farsi consigliare le letture più indicate. Gli sposi possono delegare qualche caro amico o parente per la lettura o lasciare che sia il sacerdote stesso o un suo aiutante afarlo;
- salmo responsabile, anche questo testo è tratto dall’antico testamentoe viene concordato tra gli sposi e chi celebrerà il matrimonio. Può leggerlo una persona cara agli sposi oppure il sacerdote o un suo aiutante. Può essere anche cantato;
- seconda lettura, a volte omessa, è un testo tratto dal Nuovo Testamentoed è concordata sempre tra sposi e celebrante;
- lettura del Vangelo, viene sempre concordata tra sposi e celebrante e contiene solitamente uno o più messaggi che dovranno essere recepiti dagli sposi per vivere il matrimonio come voluto dalla chiesa, e quindi da Dio. I Vangeli saranno brani che gli sposi nel corso prematrimoniale hanno appreso e amato maggiormente: gli sposi potranno anche concordare insieme all’officiante alcuni argomenti che sono loro a cuore, su cui potrà vertere l’omelia. Il sacerdote potrebbe inoltre decidere di far parlare la coppia nel corso dell’omelia. Per rendere gli invitati partecipi alla cerimonia, gli sposi potranno decidere di far scrivere la Preghiera dei Fedeli a qualche loro caro, che poi si impegnerà a leggerla. Un terzo brano, anche di carattere non strettamente religioso ma comunque adeguato all’evento, può essere letto da un invitato in chiusura del rito, prima della benedizione;
- omelia, dopo la lettura del Vangelo, il celebrante fa una serie di riflessioni e considerazioni personali che riguardano le letture e che possono essere d’aiuto per i futuri sposi, per la loro vita insieme, per il loro amore e per la loro fede.
Per quello che riguarda la lettura dei testi delle sacre scritture vi consiglio di consultare il Lezionario del matrimonio.
Dopo l’omelia, il celebrante fa alzare in piedi gli sposi e chiede il loro consenso, dicendo loro se:
- sono venuti a celebrare il loro matrimonio liberamente, senza costrizionie pienamente coscienti del significato della loro scelta;
- sono disposti ad amarsi e onorarsi per il resto della lorovita;
- sono disposti ad accogliere la prole che verrà ed educarla secondo la Chiesa e i suoi principi.
Quindi verrà richiesto agli sposi di darsi la mano destra e di esprimere le loro promesse di fedeltà, di amore eterno e di aiuto reciproco, che dovrà avvenire in qualsiasi occasione, nella gioia, nel dolore, nella salute e nella malattia. E dopodiché il celebrante chiederà a Dio di confermare la loro scelta.
Gli anelli, legati ad un cuscino di pizzo, vengono prima benedetti dal celebrante, dopodiché slegati ed infilati reciprocamente all’anulare sinistro degli sposi. Questo gesto è accompagnato dalle frasi che ricordano il significato dell’anello come amore e fedeltà eterna. E questo momento potrà essere seguito da un caloroso applauso.
Successivamente inizia il momento dell’eucarestia, con la benedizione del vino e delle ostie, che verranno poi date ai fedeli durante la comunione. Alla fine della cerimonia, dopo la benedizione finale, sposi e testimoni dovranno firmare l’atto di matrimonio. Questo momento può essere anche preceduto o seguito dalla lettura degli articoli del codice civile che interesseranno i futuri sposi. Viene ribadito che essi acquisiscono gli stessi diritti e doveri e sono tenuti a crescere ed allevare adeguatamente la prole, in base alle naturali inclinazioni dei figli.
In questo momento vengono scattate le fotografie in chiesa, tra gli sposi, parenti e amici. Un sottofondo musicale crea la giusta atmosfera di festa per chiudere il matrimonio.
Matrimonio in chiesa: l’uscita
Gli sposi escono insieme dalla chiesa come marito e moglie, accompagnati da una marcia nuziale o da un inno. All’uscita il corteo sarà così composto, secondo tradizione:
- eventuali paggetti;
- lo sposo con la sposa (a destra);
- spazio per lo strascico e per le eventuali damigelle;
- il padre della sposa con la madre dellosposo;
- il padre dello sposo con la madre dellasposa;
- parenti delle due famiglie;
- le altre coppie ed invitati
Ma in pratica invece alla fine della cerimonia escono per primi i genitori, poi i parenti più stretti e gli amici degli sposi, così mentre tutti questi aspettano sul sagrato, gli sposi ed i testimoni firmano gli atti ufficiali. Dopo aver firmato usciranno i testimoni ed infine gli sposi, che riceveranno il lancio di riso e/o di petali.
Perchè si tira il riso sugli sposi ? L’origine deriva da un’antica leggenda cinese. In un tempo remoto la Cina fu colpita da una grande carestia, il genio buono nel vedere i contadini soffrire si impietosì e volle sacrificare tutti i suoi denti, disperdendoli nella palude ed improvvisamente nell’acqua germogliarono migliaia di piantine di riso: cosi da quel giorno dove c’è riso c’è abbondanza. Lanciarlo agli sposi è quindi un simbolo di amore e di prosperità, in alcune località si usa lanciare monetine (molto dolorose all’impatto) oppure pasta o addirittura petali di rosa (lanciati anche dall’alto della chiesa).
Da tenere in mente che in alcune chiese e/o comuni è vietato lanciare riso all’uscita degli sposi per non attirare i piccioni, quindi eventualmente si possono lanciare petali, confetti giganti, bolle di sapone.
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Daniela Bucchioni
wedding planner & design, wedding blogger